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LE FOTO CHE NON SO

Capita frequentemente di trovare nella scheda di memoria della propria fotocamera qualche immagine “involontaria”, nata pigiando inavvertitamente il pulsante di scatto. Foto considerate sempre sbagliate e inutili, che vengono subito cancellate. A ben guardare sono invece spesso sorprendenti e interessanti, a volte entusiasmanti, cancellarle può essere un errore. Nasce così l’idea di questo libro in cui una selezione di foto “sbagliate”, conservate e archiviate in un file dal 2011 al 2018, suggeriscono storie, aneddoti, racconti, che mescolano realtà e fantasia.
Un intreccio tra fotografia e narrativa, tra immagine e testo.


RECENSIONI

FABIANO MARCONI
Devo dire che le foto ritenute sbagliate sono dei pezzi di arte contemporanea se si fossero pensate, così sarebbero venute; mi par d'intuire che ti piace l'inventare storie e dialoghi, senza dubbio la fantasia non ti manca; in questo libro, apparentemente sottile, ma abbastanza lungo da leggere, le spiegazioni tecniche che nei precedenti avevano avuto posto qui non ci sono, giustamente, a parte un paio di cose basilari, ma lo spazio per l'interpretazione è tanto, come si conviene a pezzi unici, come può essere un certo tipo di scatto, voluto o meno. Interessante l'apertura verso gli scatti coi smartphone, segno di apertura mentale (non condivisibile dai puristi assolutamente condivisibile dall'uomo 3.0); bella la scelta e l'autoironia, pescare in tanti "errori" non deve essere stato semplice, si nota un lavoro accurato, andando a fondo e leggendo bene tra le righe!

PAOLO PIZZIMENTI
Proprio oggi ho avuto il piacere di ricevere l’ultimo lavoro dell’amico Alessandro “ Le foto che non so”…
Un lavoro che nasce da una selezione di scatti che probabilmente non avrebbero mai visto luce se il perfezionista e metodico Alessandro non avesse fiutato una possibile raccolta e pubblicazione di un libro.
Il solito libro di scatti fatti bene, foto eleganti, senza errori, precise? No, per nulla e proprio per questo originale. Qualcuno potrebbe pensare ma perché pubblicare queste foto “ sbagliate”, disordinate, mancate e da cancellare ? Un qualsiasi fotografo non lo avrebbe pubblicate
ed invece Alessandro lo ha fatto ed ha fatto bene.
Dagli errori s’impara, si apprende e perché non con gli errori si costruisce ed ecco che il libro prende forma, corpo, spessore…Oltre agli scatti “NON SO” Alessandro inframmezza scritti ed osservazioni di celebri fotografi, scrittori ed artisti che dai loro “Sbagli” hanno realizzato grandi cose.
Il libro l’ho aperto e scorso come faccio di solito ascoltando musica…Ed ovviamente la fotografia merita una musica colta ed elegante.. Il jazzIl brano che ho scelto per “leggere” questo libro è stato “So What “di Miles Davis…Perché So what? Bè traducendo alla lettera dall’Inglese si potrebbe tradurre “ Ed allora cosa?”
Ed in effetti “ Ed allora cosa ?“ é la domanda che mi sale subito alla mente..
Il “Ed allora cosa?” di questo libro è dovuto all’interpretazione che ogni lettore potrà dare alle immagini e costruirne una propria lettura e sequenza passando dal B/N al colore e “ricamando “ con la propria fantasia su ogni passaggio da una foto all’altra..magari tralasciando lo scritto, perché solo così il racconto individuale potrà prendere forma. Le foto che ho apprezzato al di là delle altre “ NON SO”, sono Vintage di periferia, Il gatto o La gatta se vogliamo parafrasare Gino Paoli, Il William che é in me, Respiro ed ultima ma non ultima Ninna nanna della fiamma, così delicata ed evocativa..
Miles dopo il terzo passaggio di So What vuole abbandonarmi, ma i sui ritmi sincopati ed eleganti come velluto non possono lasciarmi se non dopo un ultimo “viaggio” sulle foto che mi hanno riempito un momento di pausa in una delle mie giornate frenetiche.
Grazie Alessandro, il tuo “ velato” consiglio di apprendere dagli errori mi ha mi messo di buon umore e quindi “ So what ?” For the next future?

GUIDO GIANNICI
LE FOTO CHO NON SO(NO)
Mio caro,
ho guardato e letto il tuo ultimo libro e l’ho trovato assai interessante; intendo per interessante un libro che non si ferma, ma che oltre a stimolare riflessioni e offrire spunti durante e dopo la lettura, sollecita pensieri di cambiamento.
Per questo te ne propongo uno già con il titolo di questa recensione; le foto che non so sono foto che non sono; perché hanno una diversa intenzionalità; quindi sono più creative e stimolanti delle foto stabili.
Quella che mi è piaciuta di più è senz’altro Vintage di periferia di pag. 12, perché mi sono congeniali questi colori che mi ricordano certe tele di Antoni Tapiès.
Poi trovo interessante l’idea di fondo: l’analisi del casuale o del non riuscito, del non in generale, dell’intenzione negata; penso che sia analoga all’analisi della scelta artistica e della poetica degli object trouvé del surrealismo, perché il casuale è trovato e viceversa. Ma non tutto è eligibile.

ANDREA BOCCONE
"Se siete alla ricerca del classico manuale di fotografia, questo libro non fa per voi. Non fa per voi nemmeno se siete quei fotografi alla ricerca di tecnicismi, di discussioni infinite su diaframmi, nitidezza, megapixel. No, non fa proprio per voi. Eppure dovreste leggerlo, perché la fotografia non è solo regole: è prima di tutto immaginazione. E questo Alessandro lo sa bene, facendo giocare il lettore al “gioco delle nuvole”, quando - da bambini - si stava naso all’insù a cercare creature fantastiche nel cielo. Le foto “sbagliate” prendono così vita, attraverso i racconti che le accompagnano, portando il lettore in un piccolo viaggio tra reale e immaginario."

ALEX COGHE
Lo ammetto. Ci ho messo un po’ a scrivere e pubblicare questa recensione.
Io ho bisogno di entrare in una certa predisposizione mentale per affrontare una lettura piuttosto che un’altra. Lo faccio per rispetto al libro che ho davanti. Mi é capitato, in passato, di aver forzato una lettura. E non é andata bene.
Finalmente il tempo é arrivato e ne sono lieto. Perché questo é un libro prezioso. Perché Rizzitano propone un libro che sembra continuare laddove “L’errore fotografico” di Clement Cheroux aveva lasciato. E lo fa con un linguaggio si forbito, ma mai supponente o esageratamente accademico. Cosí la lettura scorre veloce, al fianco di un amico che ti racconta storie.
La genesi di ogni fotografia é una storia avvincente. Spesso non lo consideriamo, ma se i fotografi parlassero di più delle proprie fotografie, darebbero molto di piú alla fotografia.
Il libro é giocoso anche nella sua struttura. Nel suo non essere serioso, adottando uno schema non fisso, passando dalla poesia alla citazione, dal racconto al glossario. Io che amo gli scrittori che fanno anarchia di prosa, tipo Tom Robbins, apprezzo particolarmente questa proposta.
Questo é un libro che apprezzerà perfino colui che non si interessa di fotografia, o magari inizierà ad interessarsene proprio grazie alla lettura di “Le foto che no so”.

VALENTINA RIZZITANO - 18.05.2020

LA RECENSIONE PIÙ GRADITA: sarà perché è di mia figlia?
Grazie Valentina :)

Di tutti i tuoi libri " le foto che non so" è senza dubbio, a mio parere, quello che più mette in risalto il tuo essere, le tue peculiarità, le tue passioni che non riguardano solo la fotografia. Chi ti conosce sa quanto ti diverte giocare con le parole; nessuna frase di questo libro è lasciata al caso, ha dietro un ragionamento ben preciso ed ogni argomento è ben affrontato perché ben conosciuto.
Interessante l'idea che le foto, per noi involontarie, siano assolutamente volontarie e volute dalla reflex o dal cellulare che si sono procurati questo materiale per inviarti un messaggio. Tutto questo per te è assolutamente impossibile. Questa è per me la bellezza del libro, non una semplice raccolta di foto involontarie delle quali si cerca comunque di trovare un lato positivo bensì foto volute non dal fotografo ma dalla macchina che nascondono storie più o meno veritiere, più o meno paradossali, più o meno a lieto fine. In un capitolo c'è una tua riflessione su un ipotetico fenomeno di psicocinesi che spiegherebbe l'inusuale impostazione della fotocamera.
Insomma una serie di elementi gradevoli, che stimolano la curiosità sia in chi è un esperto del settore, esortandolo ad attenzionare più spesso il cestino, sia in chi è alle prime armi aumentando il desiderio di avvicinarsi a questo mondo sconfinato.
Sicuramente un libro che rimane in testa.
Una domanda all'autore: non è che cominci a credere all'inspiegabile






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